Così, vi dico, anche gli angeli di Dio fanno grande festa per un solo peccatore che cambia vita.
(Luca 15, 10)
Questo versetto costituisce il centro di un noto trittico oppure, potremmo dire, una piccola trilogia che l’evangelista Luca ha dedicato ad un solo tema che viene eseguito con maestria e con una varietà di brevi paragoni o “parabole”.
Il tema centrale di questo insieme di parabole è quello che potremmo chiamare la gioia celeste. Infatti, guardando bene le immagini che ci vengono proposte, è facile notare che il tono generale delle parabole nell’annuncio della “buona notizia” secondo Luca ha una forte connotazione di giubilo, come anche il resto del suo Vangelo. Altre sono certamente le impostazioni di fondo e le “tonalità” delle parabole raccontate negli altri evangeli canonici. Le parabole appaiono sicuramente molto più enigmatiche nell’evangelo di Marco (la crescita miracolosa), oppure complessivamente con un’impostazione generale molto più cupa o quasi dualista in Matteo (la zizzania). Il Vangelo di Giovanni infine ci presenta Gesù stesso come la parola e l’immagine di Dio per eccellenza, come la parabola di Dio in prima persona (io sono il buon pastore, la luce, la porta). Con quali immagini e con quali parole parleremo noi oggi dell’Evangelo di Gesù Cristo e del Regno che egli ha annunziato? La parola chiave in Luca 15 sembra d’essere quella finale che parla del “ravvedimento”, del “pentimento”, della “conversione”.
In realtà, le parabole del Regno raccontano in primis qualcosa su Dio. Il regno che Gesù annuncia è “di Dio”, non degli uomini. Il regno di cui parla Gesù è “dei cieli”, non della terra. Il regno di cui Gesù espone la propria testimonianza è un regno non di questo mondo, ma il regno della verità.
Allora la parola chiave con cui interpretare non solo questa brevissima parabola, ma anche tutte le altre, potrebbe essere proprio quella del cielo che si rallegra. In questo sta la nostra salvezza, il nostro cambiamento di mentalità qui ed oggi: mettere sempre di nuovo al centro della nostra attenzione il Signore che si rallegra e che ci attende alla luce del suo “giorno” per festeggiare insieme.
(A. Köhn)