“La mia dimora sarà presso di loro; io sarò loro Dio ed essi saranno mio popolo.”
Ezechiele 37,27
Mentre scrivo queste righe per meditare sul versetto del mese di novembre, mi giunge un messaggio da parte di un collega pastore che riguarda proprio il nostro modo di pregare e di celebrare il culto. Il messaggio del collega che è basato sul testo di Apocalisse 4, 9-11 osserva che nella liturgia celeste davanti a Dio le quattro creature ed i ventiquattro anziani – che rappresentano l’insieme della struttura della chiesa celeste – si mettono insieme al servizio dell’unico scopo di rendere gloria a Dio soltanto. Interessante mi è parso l’interpretazione del testo da parte del collega pastore per i nostri tempi, tempi “estremi” in cui tutto rischia di poter diventare un oggetto di culto e di adorazione da parte nostra. Non solo il denaro, dice il collega, anche il proprio tempo, i propri talenti, la propria famiglia, i propri figli, anche la nostra posizione o funzione nella chiesa, persino il nostro modo di celebrare il culto può diventare un tale oggetto di adorazione da parte nostra. Prima della riapertura del nostro Tempio che prevediamo finalmente per questo Natale, questa mi è parsa una riflessione utile. (A. K.)