É uscito per le edizioni della Claudiana il saggio di monsignor Buzzi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana e teologo, dal titolo “La Bibbia di Lutero”. Un’uscita cronologicamente in sintonia con la ricorrenza del cinquecentenario della Riforma protestante che le chiese riformate si apprestano a celebrare.
Il saggio è stato presentato presso la libreria Ubik di piazza San Fedele a Como martedì 7 febbraio; durante l’incontro il relatore, monsignor Buzzi, ha dialogato con il pastore Koehn evidenziando il grande impegno e la forte passione che animarono Lutero e lo accompagnarono per tutta la vita: rendere la Parola comprensibile senza tradirne lo spirito originario, al fine di farsi strumento irrinunciabile su cui basare la conversione e la predicazione, tenendo fede così al principio della ‘sola scriptura’.
È comprensibile quindi, nell’affrontare un testo come la Bibbia, quanto sia fondamentale la lingua e quanto grande possa essere stata nel tempo la preoccupazione di non tradire lo spirito e la sostanza delle parole che ne formano la narrazione.
Lutero, ha più volte ribadito monsignor Buzzi, continuò a rivedere i testi con l’aiuto della filologia,
una disciplina che, proprio negli anni che lo videro impegnato nella traduzione, si veniva affermando. Tutto il suo sforzo fu sostenuto dall’idea, come ben sappiamo, che solo attraverso la lettura diretta – ovvero accessibile a tutti – e la predicazione basata sulla conoscenza della Parola autentica poteva riformarsi la chiesa e tornare all’evangelo. A partire da questa considerazione, il nostro pastore ha paragonato l’impegno profondo e costante di Lutero a rivedere il testo senza tradirne lo spirito, per renderlo più aderente all’annuncio fattoci dal Cristo, a ciò che la chiesa è chiamata a fare: rinnovarsi, senza tradire il messaggio biblico.
MARINA GRIMALDI