L’impegno sociale dei profeti

uomo con i piedi in terra, sposato e con diversi figli che visse e profetizzò in Israele per quasi quarant’anni (dal 740 a.C. al 701 a.C.). Per inquadrare iI suo messaggio bisogna sapere che i profeti della Bibbia non sono da confondere con quegli eremiti chiaroveggenti che conducevano una vita disimpegnata nel deserto. Quello che caratterizzava la loro profezia era un attivo impegno politico-sociale, rimarcato anche in termini religiosi, a favore degli elementi più deboli della società, e per questo tipo di predicazione furono perseguitati dai potenti. Il linguaggio che usavano i “profeti” nei loro messaggi era spesso molto chiaro e concreto, ma allo stesso tempo anche molto figurato e simbolico. Questo metodo di comunicazione verrà ripreso da Gesù nel suo enigmatico parlare in parabole (“Chi ha orecchi per udire, oda!”) oppure ancora nelle criptiche visioni dell’Apocalisse, non accessibili immediamente a chiunque. Tornando al nostro profeta, ovvero al dissidente spirituale e politico non conformista Isaia, possiamo osservare che nel contesto della sua profezia egli si rivolge ai suoi interlocutori con dei nomi simbolici: “Sodoma” e “Gomorra”.
Gli interlocutori di Isaia non sono i rappresentanti politici di queste antiche città simbolo dell’ingiustizia e del male, città scomparse già da tempo all’epoca del profeta Isaia. Queste due città raffigurano per il profeta lo stesso popolo di Dio, un popolo diviso in due regni, un popolo che segue la via delle altre nazioni vicine e non la legge, la via del proprio Dio; un Dio che ama chi difende il diritto, la legalità, la libertà, la riconciliazione, la pace, un Dio che ama la difesa di coloro che stanno ai margini della società.
La profezia di Isaia non è quindi un messaggio diretto agli “altri”, a quelli che stanno fuori dal proprio raggio di comunicazione, bensì un messaggio al suo popolo, al proprio interno, a coloro che credono di stare dalla parte giusta. Gesù con la sua vita e nella sua predicazione ha acceso sostanzialmente questo antico “spirito della profezia” nel suo presente. Anche nella storia delle diverse chiese vi sono stati sempre di nuovo uomini e donne che hanno cercato con il coraggio della propria testimonianza di riportare il popolo errante di Dio sulla via maestra della sua Parola. Questi sono i veri “riformatori” (e le vere riformatrici) che dovremmo ricordare in questo periodo dell’anno ecclesiastico. Forse non sempre ci sono stati i tempi giusti o maturi per una vera riforma della chiesa e della società. Forse anche noi stiamo ancora aspettando che una rosa del deserto “rifiorisca” di nuovo da sola in mezzo a noi, senza un nostro contributo specifico. Perchè ci siano i risultati desiderati, forse bisogna trasformare semplicemente l’attesa inoperosa in un’azione condivisa.
Mi scrive Augusta De Piero (Udine): “Chi sono oggi l’orfano e la vedova? Sarebbe banale identificarli con chi ha perso i genitori o il marito. Quando il profeta invita a ‘rialzare e difendere’ lo fa riferendosi a coloro che non possono tutelarsi da sé e necessitano di un go’el che assicuri protezione. Oggi, nelle società che si dicono evolute il diritto ad avere dei diritti appartiene al riconoscimento iniziale di ogni essere umano che deve venir ‘registrato immediatamente’ alla nascita e ‘da allora ha diritto ad un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, aconoscere i suoi genitori ed a essere allevato da essi’ (art. 7 della legge 176/1991 che è la trascrizione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza). Dal 2009 però il certificato di nascita è negato per legge a chi nasca in Italia, figlio di persona priva di permesso di soggiorno. Per legge quindi qualcuno è privato di tutto ciò che gli spetta in una vita di relazioni giuridicamente riconosciute (legge 94/2009 art. 1 comma 22 lettera g. che ha modificato il comma 2 dell’art. 6 del Testo Unico sull’Immigrazione – decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286). ‘Difenderne la causa’, ‘cercare la giustizia’, ‘rialzare l’oppresso’ significa modificare la norma che l’ha creato, rappresentante politico della volontà di ingiustizia che, nella scelta del silenzio, affoga la responsabilità di ognuno (notizie nel blog [url=http://www.diariealtro.it]www.diariealtro.it[/url] – tag anagrafe).”
(past. Andreas Köhn)
[b]Imparate a fare il bene, cercate la giustizia, rialzate l’oppresso, fate giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova! ISAIA 1,17

Il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa. ISAIA 35,1[/b]

Questi due brevi versetti del libro del profeta Isaia sono i versetti per i mesi di novembre e dicembre 2014. Ci vorrebbe una lettura d’insieme di tutto lo scritto biblico attribuito al profeta Isaia,