Culto del 17 febbraio 2013

Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
(Giovanni 8, 31-32)

Il 17 febbraio è certamente la festa più cara per il popolo valdese. Ma che cosa è dopo tanti anni ? Una data della storia , una festa popolare o un evento che può avere ancora significato per noi ? Posso confermare che tutte tre queste risposte sono valide ; ma io credo che per noi oggi dopo 165 anni il 17 febbraio ci debba richiamare alla nostra stessa ragione
d’ essere , ossia l’ annuncio dell’ evangelo di Gesù Cristo .

Quel giorno del 1848 il re di Sardegna concedeva anche ai valdesi i diritti civili di cui godevano già gli altri sudditi. Finiva così un lungo periodo di esclusione e di emarginazione ; ora potevano uscire dalle loro vallate alpine dove erano stati rinchiusi per secoli e potevano intraprendere e sviluppare tutte le normali attività della vita : il commercio , lo studio nelle università e la carriera politica . Tuttavia i valdesi avevano raggiunto già da tempo una loro libertà spirituale ; infatti qual’ è la differenza tra una persona libera e una sottomessa ? La risposta è : la conoscenza biblica . Molti visitatori di quel tempo che venivano dalla Gran Bretagna o dalla Germania per vedere il nostro Paese restavano stupiti dall’ ignoranza degli italiani . L’ analfabetismo era molto diffuso tra la gente e qualcuno di questi visitatori ne notava subito le conseguenze : anzitutto la superstizione e l’ atteggiamento servile nei confronti delle persone potenti e importanti . Io credo che ognuno di noi non abbia bisogno di ricchezze per affermarsi ; si può vivere una vita dignitosa anche in un quadro economico non propriamente florido ; e questo i valdesi l’ avevano capito e praticato già da tempo prima che il re concedesse loro l’ emancipazione . Sono famose a questo proposito le minuscole scuole di quartiere ( in pratica un semplice locale illuminato e riscaldato dove i bambini potevano imparare a leggere e scrivere durante i mesi invernali) . Ma come può un popolo , e mi riferisco a quello italiano di allora , dirsi libero se non sa non dico leggere la Bibbia o le leggi del Paese se non sa nemmeno scrivere il proprio nome ? Questa è la vera libertà ed essa non è un bene esclusivo che appartiene a noi soltanto ma va condiviso perchè è un dono di Dio; noi dobbia mo accettarlo e dobbiamo anche impegnarci perchè porti buoni frutti . I nostri antenati non hanno costruito con la loro libertà soltanto templi sontuosi ma hanno cominciato una serie di attività per la diffusione dell’ evangelo in Italia . Nasce così in quegli anni l’ editrice Claudiana che stamperà non solo libri importanti per i pastori ma anche opuscoli per bambini ; nasce la Facoltà Valdese di Teologia per la formazione dei pastori ; ma soprattutto vengono mandati in tutta Italia numerosi evangelisti e colportori per diffondere la Parola di Dio . Dalla loro opera sorgeranno tante comunità come per esempio la nostra di Como .

Libertà quindi come dono di Dio e come azione umana che fa conoscere la sua Parola; c’ è però un altro aspetto da sottolineare : la libertà è un dono gratuito di Dio , questo è vero , ma non è a costo zero ( gratis ) . Essere liberi significa anche assumere i costi morali ed economici delle nostre attività e se ogni tanto qualcuno sorride quando diciamo che le nostre comunità sono autonome cioè indipendenti dallo Stato italiano e che usano i proventi dell’ 8 per mille per opere di aiuto e non per la gestione delle proprie attività…….beh, noi possiamo rispondere che non siamo degli ingenui e tanto meno dei fanatici perchè si può mentire davanti agli uomini ma non davanti all’ Eterno.
Concludo dicendo che il 17 febbraio è una festa bella e sentita non perchè noi siamo in grado di creare manifestazioni , magari con cortei , spettacoli e banchetti .La nostra comunità è piccola e non può permettersi tutto ciò ; ma è giusto che sia così perchè il 17 febbraio è un momento di gioia , di comunione fraterna , di testimonianza e infine di riconoscenza verso il Signore che ci ha liberati e che continua a liberarci . Egli ci dona la possibilità di essere liberi come leggiamo in Giovanni al c. 8 .31-32 e ci chiede di essere fedeli e perseveranti fino in fondo ; solo in questo modo potremo apprezzare tutti i doni che riceviamo .

Sandro Sabadini, sermone del 17 febbraio 2013