“È compiuto!”
(Giovanni 19,30)
Il versetto del mese di marzo è costituito da quest’ultima breve affermazione di Gesù, tratta dal Vangelo secondo Giovanni, che muore sulla croce.
I quattro vangeli canonici raccontano in modo diverso non solo la nascita (se la raccontano), ma anche la morte di Gesù in modo molto differente.
Nel vangelo secondo Marco, Gesù muore con un grido senza pronunciare delle parole chiare. Nei Vangeli secondo Luca e Matteo possiamo osservare altri scenari ancora.
I quattro Vangeli: un’unità nella diversità – anche e soprattutto per quanto riguarda l’ultimo atto della vita terrena di Gesù.
Certamente tutti i vangeli concordano sulla fede in Gesù Cristo, il suo essere Figlio di Dio. I racconti evangelici sono comunque vari perché le prime comunità variavano tra di loro
Non esisteva neppure una sola comunità in cui tutti ricordavano o conservavano le stesse cose o parole sulla vita di Gesù.
Per capire qualcosa sulle diverse comunità cristiane e capire qualcosa sulla loro fede bisogna semplicemente rileggere i vari vangeli, il modo spesso molto divergente nel lororiportare lo stesso episodio.
La Bibbia non è semplicemente un libro. La Bibbia è fatta da tanti libri e testi diversi.
Anche il solo racconto sulla vita di Gesù non è semplicemente uno solo. La Bibbia non si propone in modo così lineare come un senso unico. La Bibbia si presenta piuttosto come un intreccio di vari racconti, perché varie sono state (e sono ancora oggi) le esigenze di fede delle singole comunità e dei singoli membri al loro interno.
Le testimonianze bibliche sono molte e diverse e spesso offrono addirittura una certa conflittualità tra di loro. Per poi non parlare della necessità che le parole della Bibbia non vanno soltanto ricordate o ripetute alla lettera. Bisogna capire il loro preciso significato, bisogna interpretarle inserendole nel loro preciso contesto storico e culturale.
Come ne veniamo fuori da questo dilemma? È possibile o meno sapere la verità?
Il nostro dilemma (un dilemma storico e un dilemma di fede allo stesso tempo) in realtà è anche una grande ricchezza, un’opportunità per valorizzare la pluralità che sta all’inizio delle prime comunità cristiane.
Questo riconoscimento (reciproco, magari) della varietà della verità (o delle verità diverse) ci aiuta a non chiuderci dentro noi stessi e le nostre presunte certezze.
I racconti della Bibbia sono diversi e variegati tra di loro, e comunque sono stati tutti insieme raccolti in un unico volume: l’unità “perfetta” proprio nella sua diversità. E soprattutto è fondamentale ricordare che i racconti della Bibbia sono racconti aperti e mai chiusi, testi che invitano e ci invitano alla continua riflessione personale e comunitaria
(A. Köhn)