Dopo il sabato, verso l’alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l’altra Maria andarono a vedere il sepolcro. Ed ecco si fece un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi sedette sopra. Il suo aspetto era come di folgore e la sua veste bianca come neve. E, per lo spavento che ne ebbero, le guardie tremarono e rimasero come morte. Ma l’angelo si rivolse alle donne e disse: «Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva.
E andate presto a dire ai suoi discepoli: “Egli è risuscitato dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte
che Gesù aveva loro designato. E, vedutolo, l’adorarono; alcuni però dubitarono. E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra.
Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente». (Matteo 28, 1-9.16-20)
L’apparizione di Gesù ai discepoli è la rivelazione definitiva nel Vangelo secondo Matteo. La storia di Gesù si conclude con questa ultima sua manifestazione e con le sue stesse parole: “Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente.” Con questa promessa Gesù si congeda. La sua storia con i discepoli è finita e infinita allo stesso tempo. Anche se egli se ne va, egli rimane sempre con i suoi. Alla fine del suo percorso lascia ai suoi discepoli la sua ultima volontà: andate, insegnate a tutti i popoli “tutte quante le cose che vi ho comandate.” Così alla fine dell’intero Vangelo secondo Matteo, ancora una volta risuona molto forte l’invito ad allargare il proprio orizzonte, a non rimanere chiusi in sé stessi, a guardare avanti. C’è un solo e unico motivo, ora, per guardare indietro, per tornare al passato: bisogna sempre ricordarsi delle parole del divino Maestro, per poterle trasmetterle alle future generazioni.
(Past. Andreas Köhn)